Case Aler di Borgo Palazzo: incuria e malagestione da 16 anni

 

Bergamo – Finalmente, dopo circa 16 anni, sono state consegnate le case Aler situate in via Borgo Palazzo. Questa dovrebbe essere una buona notizia, ma non lo è del tutto. Andiamo con ordine: il cantiere cominciò nel lontano 2005, da un accordo tra Regione Lombardia, Aler, Provincia e Comune di Bergamo, e il progetto prevedeva la costruzione di 30 appartamenti a canone sociale, e 70 a canone moderato. I lavori si sono protratti fino a quest’anno, dopo più di un decennio di cambi appalti, fallimenti e altri problemi tecnico-burocratici.

Finalmente, dopo 16 lunghi anni, gli appartamenti son pronti, e i primi trenta nuclei familiari sono stati inseriti, ma qui sono subentrati altri problemi: gli appartamenti, che sono nuovi, presentano, secondo gli inquilini, una serie di problematiche come il citofono e il cancello che non funzionano, alcune tapparelle e tubi di sanitari rotti, serrature delle porte difettate, illuminazione esterna che funziona negli appartamenti ancora vuoti e non in quelli abitati, ascensori inutilizzabili… e via così, con tutta una serie di problemi strutturali. Il sindacato Asia Usb ha raccolto le numerose testimonianze degli inquilini, e presto chiederà un incontro con Aler Bergamo. L’azienda, dal canto suo, dice di non aver ricevuto alcuna segnalazione da parte degli abitanti, i quali invece ribadiscono di averle fatte.

Un altro elemento da notare è che dei 107 appartamenti nuovi solo trenta sono destinati al canone sociale, quindi per le persone meno abbienti e più in difficoltà. Le restanti abitazioni andranno invece al canone moderato, che prevede affitti un poco più bassi – se non uguali- a quelli di mercato. Si sarebbero potuti tenere tutti e 107 gli appartamenti a canone sociale, visto che ogni anno ci sono centinaia di domande per ottenere un alloggio Erp, ma evidentemente Aler aveva altri progetti, prima fra tutti quello di fare cassa. A Bergamo, come nel resto d’Italia, c’è -e ci sarà sempre più- bisogno di alloggi a canone sociale: sempre più persone si trovano in difficoltà a dover sostenere i costi di un affitto, la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria sta già causando i primi effetti. Nella città smart del sindaco Gori, fautore del concordato con Aler, sembra esserci sempre meno spazio per coloro che non possono permettersi un affitto a canone moderato.

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