Senza bere, mangiare e sedersi: così si lavora a EXPO

201507181103340681Bergamo – Sembra uno scherzo. Non lo è.

Carlo (il nome è di fantasia) lavora in Expo con il ruolo di addetto all’accoglienza. E’ il primo volto che vede il visitatore quando entra nei padiglioni nazionali della grande esposizione universale.Curati, di bell’aspetto e sempre sorridenti, queste le richieste di EXPO SpA e Manpower ai propri dipendenti. Al lavoratore viene imposto un regolamento, come ogni azienda che si rispetti. Quello di Manpower è a dir poco restrittivo: Vietato bere, mangiare, sedersi e senza pause. Tutto per iscritto.

20150718110356543I sacrifici si sa vanno di pari passo con il valore della propria prestazione, capita quindi nei normali luoghi di lavoro che alle energie spese per un lavoro salariato corrisponda una paga adeguata. Nulla da fare in EXPO, Carlo non mangia non beve, non si può sedere per 8 ore di fila per 5 giorni alla settimana per una retribuzione di 797 € lordi equaivalenti a circa 560 € al mese.

Expo, da alcuni decantata come la soluzione alla fame nel mondo affama i propri lavoratori con stipendi da fame. Con lo zampino di Manpower (agenzia interinale) e di IVRI che di

 fatto gestisce l’appalto dell’accoglienza agli stand. Sarebbe curioso sapere quanto vale questo appalto e quanto ci guadagnano EXPO, Manpower, e IVRI. Qeusta cifra non ci è dato saperla e  resta nelle oscure stanze di EXPO Spa.

 Nel frattempo il Carlo di ogni stand continuerà a sorridere ai visitatori, per 3.2 € l’ora. In alcuni stand della grande esposizione universale non ci si compra nemmeno una bottiglietta d’acqua.

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2 Responses

  1. Roberto
    Roberto at |

    Scusate ma l’articolo è fuorviante. Nel documento delle linee guida di comportamento non c’è scritto affatto che non si possa bere, mangiare,fare pause:
    c’è scritto, nero su bianco, che le pause vanno effettuate senza lasciare scoperta la postazione dunque in accordo con colleghi e responsabile, e che non si può bere e mangiare mentre si sta lavorando.
    Mi sembrano norme di elementare buon senso, applicabili a centinaia di mansioni (pensate a uno sportellista in Posta se si assentasse a cazzo durante il turno e ingurgitasse snack e succo di frutta mentre ha a che fare col cliente).
    Che poi la paga sia da fame tutti d’accordo ma separiamo ciò che è un problema da ciò che non lo è, per favore.

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