Bergamo – Un attivista bergamasco ha deciso di raccontare la propria esperienza a Ventimiglia all’interno del Progetto 20k, che si occupa di portare solidarietà concreta ai migranti e di riportare informazioni su ciò che accade alla frontiera con la Francia.
Oltre al racconto della giornata del 5 agosto (nel video), durante la quale hanno fatto scalpore le foto e i video delle cariche indiscriminate e violente della polizia, i giorni trascorsi a Ventimiglia hanno confermato quello che da tempo riportano diverse fonti, anche nella nostra città: l’accoglienza istituzionale non funziona e, anzi, fa danni. Il campo della Croce Rossa, infatti, è stato descritto da numerosi migranti e solidali in termini negativi, con un elevato controllo della polizia al suo interno e qualità del cibo e delle cure mediche parecchio carente: polmoniti curate con paracetamolo e due pasti al giorno – per cui la Croce Rossa viene rimborsata di 5 euro –inizialmente composti da una scatoletta di tonno, una mela, un panino, una bottiglietta d’acqua e un pomodoro; ora la dieta comprende un pugno di riso oppure un piatto di pasta. Inoltre, l’organizzazione logistica del posto, con sovraffollamento, allagamenti continui e brandine sistemate anche all’aperto, è totalmente improvvisata. I migranti però sono obbligati a farsi identificare ed accedere a questo campo per ottenere i servizi base e quindi cibo, docce e vestiti.
Anche a Ventimiglia dunque si conferma quanto rilevato nel resto d’Italia: il business dell’accoglienza, nelle mani di poche associazioni, si mostra carente e inefficace a fronteggiare le richieste minime delle persone. Per questi motivi, circa duecentocinquanta di loroavevano occupato un altro posto in cui vivere in modo autogestito, prendendo decisioni mediante assemblee. Si trattava di una ex-stalla all’interno del Parco ferroviario Roja. Ciò deve aver disturbato non poco le autorità, che hanno provveduto allo sgombero del campo dopo pochi giorni, e proprio a seguito di questo provvedimento, i migranti hanno deciso di marciare verso la frontiera per creare un campo di transito e sono stati caricatiassieme ai e alle solidali che erano con loro (come viene raccontato nel video).
La situazione a Ventimiglia rimane grave su più versanti: oltre alle condizioni disastrose in cui versano le persone che tentano di attraversare il confine, senza acqua né cibo, e le evidenti condizioni dei primissimi campi d’accoglienza, resta alto il livello repressivo, che colpisce indiscriminatamente qualsiasi manifestazione di solidarietà (anche quelle più basilari come, ad esempio, le donazionidi cibo) con fogli di via da sedici comuni in provincia di Imperia e diverse denunce.