Bergamo – Avete sentito parlare del parcheggio della Fara? Probabilmente visto che è una delle opere più controverse e dispendiose della nostra città. Per questo abbiamo deciso di far luce su questo progetto, che a parole tutti dicono non volere, ma che nei fatti ha incassato l’assenso bipartisan delle forze politiche di centro destra e centro sinistra. Approfondire l’iter che ha portato alla recente approvazione dell’atto transattivo in favore di Bergamo Parcheggi SPA è illuminante sul sistema del project financing e della realizzazione di opere a interesse pubblico non solo a Bergamo ma in tutto il nostro Paese. Ma prima di trarre conclusioni generali è il caso però di ricostruire l’intera vicenda che, dato il volume di informazioni, divideremo in più puntate che BgReport pubblicherà una volta a settimana. Di seguito la seconda puntata.
Vai alla prima puntata – Il parcheggio della discordia
Tentorio tentenna – Durante il periodo della giunta Tentorio, che si insedia a metà del 2009, il cantiere della Fara resta paralizzato. Bergamo Parcheggi chiede che venga approvata la nuova variante del progetto con un incremento dei costi. Franco Tentorio è talmente sotto pressione da rivolgersi al Comitato interministeriale per la programmazione economica per capire come muoversi. La risposta del Governo segnala qualche dubbio sull’operato di Bergamo Parcheggi e invita in caso di ulteriori concessioni economiche a giustificarle con precisione.
Non si arriva a un accordo e i momenti di frizione non mancano, come emerge dal fitto carteggio tra l’architetto Dario Mazza del Comune e Gianni Scarfone, Presidente di Bergamo Parcheggi. Tentorio lascia la patata bollente al Sindaco che vincerà le elezioni del 2014. Non sarà lui.
Gori fa la voce grossa – Cambia il governo della città e il sindaco Giorgio Gori durante la campagna elettorale s’impegna a ridimensionare il parcheggio e a riservare i posti auto ai soli residenti.
A giugno del 2015 una delibera di giunta intima a Bergamo Parcheggi di riprendere i lavori non oltre la data del 4 novembre 2015 e contesta una serie d’inadempienze, che hanno provocato la frana e la conseguente paralisi del cantiere, e annuncia che si applicheranno le penali per il ritardo. Si chiede anche chiarezza rispetto ai premi assicurativi incassati da Bergamo Parcheggi per la frana.
Inoltre Bergamo Parcheggi deve procedere a proprie spese a rimuovere i materiali inquinanti depositati nel cantiere. In caso d’inadempienza il comune di Bergamo procederà chiedendo la decadenza della concessionaria per gravi inadempienze.
Finalmente una Giunta assume una posizione chiara, impone dei paletti stringenti a un’azienda che ha fatto ciò che voluto fino a ora.
Bergamo Parcheggi non fa nulla di quanto richiesto. A questo punto ci si aspetterebbe che Gori proceda per la decadenza della Bergamo Parcheggi e finalmente ci si liberi di un progetto che nessuno dice di aver mai voluto.
Ma l’illusione svanisce molto presto.
Gori cambia idea – L’amministrazione non procede per richiedere la decadenza com’era stato dichiarato. Gori non apre un contenzioso con Bergamo Parcheggi. Le penali annunciate non sono richieste.
L’elemento più curioso è che Gori non consulta l’Avvocatura comunale che si sarebbe dovuta esprimere in merito a un eventuale contenzioso con Bergamo Parcheggi. E’ opportuno che una Giunta valuti con attenzione tutte le incognite prima di intraprendere un contenzioso, a questo dovrebbe servire l’avvocatura comunale. Peraltro è l’articolo 239 del codice degli appalti che prevede l‘obbligatorietà del parere dell’Avvocatura per passare da una convenzione a un atto transattivo, come l’amministrazione si sta preparando a fare.
Appare singolare la scelta di modificare la convenzione riconsegnando nelle stesse mani di chi si è dimostrato incapace in tredici anni di produrre altro che una frana, l’inquinamento dell’area del cantiere e di aver incassato parecchi soldi dalla gestione dei parcheggi sulla Mura. Per spiegare la rinuncia ad andare a contenzioso ci si aspetterebbe un parere netto dell’avvocatura comunale che sconsigli questa strada, che aiuti anche la Giunta a giustificarsi davanti ai cittadini, invece si scopre che all’avvocatura nessuno ha mai chiesto nulla.
Si è persa l’occasione per smarcarsi da un progetto che a parole tutti all’interno di Palazzo Frizzoni dicono aver ereditato e non amare, ma a cui nessuno si è opposto fattivamente. Sarebbe l’occasione per fare un passo indietro riaprendo una riflessione, preferibilmente partecipata, su mobilità e centro storico, senza più essere ostaggio della convenzione capestro firmata nel 2004.
Quattro amministrazioni si sono avvicendate senza che nessuno riuscisse a imporre l’interesse pubblico a un’azienda che ha prodotto solo disastri.
L’atto transattivo – Si arriva a ottobre 2016, quando la Giunta pretende che sia votato in Consiglio comunale un Atto Transattivo. Quest’atto rinnova la convenzione con Bergamo Parcheggi per la realizzazione dell’opera con sostanziali modifiche. In molti rilevano che sono talmente modificate le condizioni, che sarebbe necessario istruire un nuovo bando, per potere consentire a tutti di partecipare, invece si continua a considerare legittimo il concessionario della convenzione del 2004.
Nel frattempo le spese per l’opera aumentano enormemente e dagli 8.663.804 € iniziali si arriva ai 18.442.450 € attuali.
L’improvvisa fretta di decidere rispetto a una vicenda che si protrae da dodici anni sorprende molti consiglieri, sia della maggioranza che dell’opposizione. I tempi contingentati per prendere visione e potersi esprimere su un’operazione così cruciale infastidiscono molti. È presentata una richiesta di rinvio, che però la maggioranza del Consiglio boccia. Dopo dodici anni di nulla l’improvvisa fretta alimenta qualche sospetto.
La delibera passa con i voti contrari di Gregorelli e Zenoni (dei 5 stelle), si astengono invece Tentorio, Ongaro e Tremaglia.
Con questo atto si rinuncia a qualsiasi penale per i ritardi passati e si arriva a nuovi accordi. Cosa prevedono?
Il parcheggio dovrà essere accessibile 24 ore su 24, tutto l’anno, attraverso Porta Sant’Agostino.
A Bergamo Parcheggi saranno ceduti per novanta anni 64 posti auto del parcheggio che potranno essere trasformati in box.
I residenti di Città alta pagheranno 120 € all’anno a Bergamo Parcheggi per il contrassegno, che consentirà loro di parcheggiare (a pagamento) secondo il nuovo piano sosta dell’Amministrazione Gori.
Gori si rimangia le dichiarazioni fatte in campagna elettorale e decide che il nuovo Parcheggio non sarà destinato ai residenti, bensì ai turisti.
Il Comune non è riuscito nemmeno a imporre l’utilizzo gratuito dell’ascensore per i residenti,
Bergamo Parcheggi ha una concessione che gli permette di guadagnare con la gestione di tutti i posti auto all’interno delle Mura, dal parcheggio multipiano a quelli in superficie.
Proficui ritardi – Un elemento di vanto della Giunta è stato quello di inserire dei tempi certi con la scadenza prevista per il 14 marzo 2019. Il comune ha previsto una penale di 911 € per ogni giorno di ritardo.
Peccato che Bergamo Parcheggi incasserà 2000 € dalle aziende cui ha appaltato i lavori.
Un bell’incentivo a realizzare un ritardo che frutterà 1.089 € al giorno a Bergamo Parcheggi, che si dimostra sempre lungimirante nello stabilire le clausole dei propri rapporti sia con le amministrazioni che con le ditte a cui affida i lavori.
Bergamo Parcheggi ha la capacità di trasformare qualsiasi condizione a proprio favore, anche quelle apparentemente che le impongono dei vincoli. A deludere invece è un’amministrazione che si vanta che stavolta i termini per ultimare l’opera sono certi, che entro marzo 2019 tutto sarà finito e non si accorge che ritardando Bergamo Parcheggi guadagnerà ancora una volta.
E infatti anche i 22 mesi imposti dall’amministrazione per completare l’opera hanno fruttato altri 551.000 € a Bergamo Parcheggi, che lavorerà con una deroga che prevederà il doppio turno di lavoro e la possibilità di superare i limiti di inquinamento acustico, oltre che di orari.
Continua…