Bergamo – Il nome, Piraten Etxea (casa dei pirati), potrà sembrare un po’ ostico ai più, ma il concetto è semplice: si tratta della terza occupazione in città nel giro di pochi mesi. Dopo cascina Ponchia, occupata dal Kollettivo autonomo popolare a dicembre, e la palazzina di via Monte Grigna abitata da gennaio da alcune famiglie e ragazzi che si ritrovano sotto il nome di Comitato di lotta per la casa, ecco un altro stabile abbandonato che viene riadattato a nuovo uso. A questo va aggiunta anche l’occupazione degli orti di Colognola che il comune lascia vuoti e incolti, e che il Collettivo Orti storti sta coltivando da più di un anno.
La casa si trova in via Corridoni 35 ed è di proprietà di un privato che l’ha lasciata vuota dal 2008 ad oggi. Stamattina fuori dalla casa sono apparsi alcuni striscioni (uno di questi recita “Riprendiamoci la casa, apriamo spazi di libertà), e alcuni ragazzi hanno cominciato i lavori di ristrutturazione. Nel comunicato pubblicato sui social network si legge che:” Nasce quindi a Bergamo un nuova realtà, Piraten Etxea (Casa dei Pirati), occupato da ragazz* che hanno la necessità di avere un tetto sopra la testa e a cui la società attuale non permette di vivere dignitosamente al di fuori delle logiche di affitto, lavoro salariato, bollette e di questo sistema economico/culturale in generale”
Ancora una volta l’unica reazione istituzionale è stato l’invio di due agenti della Digos e di due auto della polizia. Ancora una volta invece che ascoltare i bisogni delle persone, si cerca di reprimerli e silenziarli. Le forze dell’ordine hanno abbandonato quasi subito il posto, dopo aver chiesto i documenti ad alcune persone che sostavano al di fuori dello stabile.
L’amministrazione comunale continua a essere sorda a qualsiasi appello per risolvere l’emergenza abitativa sempre più pesante anche a Bergamo, anzi si permette di aggiungere disagio a una situazione già precaria facendo staccare l’elettricità alle abitazioni di via Monte Grigna. Anche gli orti hanno dovuto affrontare nelle scorse settimane il distacco dell’acqua, ma nonostante ciò portano avanti il loro progetto.
Sembra essere diventata ormai prassi comune trovare soluzioni alternative all’emergenza. A differenza dell’uscente assessore all’edilizia Tommaso D’Aloia che, dopo vane promesse e fantomatici accordi smentiti dagli stessi sindacati degli inquilini, sembra non avere nessuna proposta attuabile.