Bergamo ancora contro l’omotransfobia

Bergamo – Nel primo pomeriggio di ieri, sabato 11 luglio, presso la sala Cutuli all’interno di Palazzo Frizzoni, si è svolta la conferenza stampa organizzata dal consigliere comunale di Bergamo Filippo Bianchi, della Lega, insieme al sindaco di Palazzago Michele Jacobelli e agli esponenti dell’associazione Provita & Famiglia: obiettivo dell’iniziativa una critica del ddl Zan sull’omotransfobia, depositato il primo luglio alla Camera. Il disegno di legge consiste fondamentalmente nella modifica degli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, per ampliare il concetto di discriminazione non più soltanto per questioni relative alla nazionalità o al credo religioso, ma anche per quelle relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale.

Nonostante l’incontro si tenesse all’interno dello stabile del Comune di Bergamo, l’ingresso era presidiato dalle forze dell’ordine che, lista alla mano di nomi scarabocchiati su un foglio, vietava l’accesso a cittadini e cittadine e agli attivisti e alle attiviste del collettivo di Non Una di Meno che si erano riuniti lì appositamente , lasciando passare esclusivamente i giornalisti. La ragione? Il rispetto delle norme anti-Covid anche se la conferenza stampa è stata convocata in una delle sale di Palazzo Frizzoni, in cui ancora oggi non si tengono le sedute del consiglio comunale e le entrate sono contingentate. Di fatto è stato vietato a chiunque di assistervi, nonostante le forze dell’ordine abbiano esplicitamente dichiarato che, una volta arrivati tutti i giornalisti, i cittadini e le cittadine sarebbero potuti entrare, ovviamente nel rispetto delle distanze sociali e delle norme sanitarie necessarie: una volta entrato l’ultimo addetto stampa, però, i cittadini e le cittadine sono stati letteralmente chiusi fuori dalle porte del Comune, e l’incontro si è svolto quindi a porte chiuse. La concessione di una sala comunale a delle associazioni che per antonomasia portano avanti discorsi propagandistici di omotransfobia e xenofobia, tra l’altro senza dar la possibilità ai cittadini di partecipare a una discussione su un tema talmente importante, è risultata inaccettabile. I cittadini e le cittadine, ironicamente (ma forse non troppo), hanno appoggiato sulle porte di Palazzo Frizzoni, ormai chiuso, questo cartello, a sottolineare il ridicolo della situazione:

Poco più tardi, Bergamo Pride ha organizzato un flash mob in piazza Pontida in supporto alla legge Zan: ricco di colori, inclusivo e partecipato, una performance che, partendo da piazza Pontida, si è concluso proprio in piazza Matteotti., davanti al Comune di Bergamo.  Poco dopo ma sempre nello stesso pomeriggio, le Sentinelle in Piedi si sono ritrovate in piazzale Vittorio Veneto,  leggendo brani di alcuni testi, sempre contestando i contenuti della legge Zan, mentre dall’altro lato della strada numerosi  cittadini e cittadine accorsi in quel momento hanno contestato, con cartelli e cori, l’iniziativa delle Sentinelle, relegandole nella piazza adiacente; il tutto circondato da un dispiego eccessivo delle forze dell’ordine che voleva contenere la pacifica protesta, nata spontaneamente e che ha sottolineato quanto ancora sia importante alzare la testa davanti a chi predica odio e omotransfobia.

 

 

Print Friendly, PDF & Email

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.