Bergamo – Lo si capisce già dall’oggetto, ‘COMUNICAZIONE RISULTANZE ISTRUTTORIE’: la lettera inviata da ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) al Comune di Bergamo e a Bergamo Parcheggi Spa non pare avere nulla di interlocutorio e non è un gesto di cortesia. Il contenuto è l’elenco puntuale e organizzato di tutte le mancanze che i destinatari – Comune di Bergamo e Bergamo Parcheggi – hanno palesato negli anni intercorsi tra la prima decisione di costruire il Parcheggio e l’oggi, per un’opera che “doveva concludersi in meno di tre anni dalla stipula del contratto di concessione, [e] dopo oltre 15 anni non è ancora conclusa”.
Le osservazioni non riguardano quindi solo l’amministrazione comunale attuale (che a mandato rinnovato si trova a rispondere solo della gestione degli ultimi anni), ma anche le precedenti. Resta alla Giunta Gori il dubbio merito di avere deciso il riavvio dei lavori del 2016, con il risultato di una collina tagliata a metà e di un futuro incerto, alla luce della lettera di ANAC, dell’inchiesta in corso da parte della Procura di Bergamo e della convocazione da parte di UNESCO.
Le osservazioni toccano soprattutto Bergamo Parcheggi, la società concessionaria che ha gestito sin dall’inizio proposta, progettazione e costruzione, con alcune modifiche societarie e un assetto attuale che vede ora Parcheggi Italia (ramo italiano della multinazionale austriaca Best in Parking) socia al 68% e ATB, Azienda Trasporti di Bergamo, al 32%. E il Direttore Generale di ATB, Gian Battista Scarfone, è anche Presidente del CdA di Bergamo Parcheggi, con un doppio ruolo che il comitato No Parking Fara ha spesso denunciato come inopportuno.
ANAC suddivide le sue osservazioni per paragrafi, a partire dalla ‘ELEVATA DURATA DELL’AFFIDAMENTO’: il ritardo pare “ingiustificato e caratterizzato da specifiche violazioni, poste in essere soprattutto dalla concessionaria, non contrastate (efficacemente) dal Comune”. Si parte dai ritardi nella progettazione esecutiva, passando per le vicende penali che vedono coinvolto l’ex socio di Bergamo Parcheggi Pierluca Locatelli, ai ritardi connessi al nuovo piano comunale della sosta di Bergamo, per finire con i ritardi nell’esecuzione dei lavori. E le conseguenze dei ritardi sono ovvie: “Il complessivo ritardo accumulato produce un danno immediato e diretto alla collettività” sia per i disagi dei residenti nelle zone limitrofe, sia perché “tali ritardi di fatto stanno dilatando il tempo della concessione ben oltre i 29 anni previsti […] ad esclusivo vantaggio del concessionario, il quale gestisce i parcheggi su strada ad uso pubblico (ed introita i relativi proventi) sin dal 1° settembre 2004 e cioè da oltre 15 anni”.
Riguardo a ‘I COSTI DELL’INTERVENTO’, il documento di ANAC sottolinea la “rilevante circostanza” dei mancati introiti, per il Comune, dei proventi dalla gestione dei parcheggi su strada dal settembre 2004 ad oggi. Per un Parcheggio che, in teoria, non doveva pesare sulle tasche dei cittadini, le note dell’Autorità denunciano una realtà decisamente diversa: oltre alla richesta alle parti di chiarire “una stima degli introiti ottenuti dalla gestione dei parcheggi e del computo degli stessi in occasione degli aumenti disposti nel corso del tempo” (dato evidentemente non consegnato all’Autorità), sono elencati gli aumenti intercorsi nel tempo, a partire da quello in fase di progettazione esecutiva, con la constatazione che “appare evidente la illogicità e contraddittorietà della previsione che compensa un presunto maggiore costo di 900mila € con il riconoscimento di oltre 2mln €, ottenibili dalla cedibilità del diritto di superficie”.
Gli aumenti dovuti alle varianti appaiono all’Autorità Anti-Corruzione come “volti a porre a carico della collettività l’aumento del costo di costruzione e gestione dell’opera, in gran parte imputabile ad errori del concessionario”. In altre parole, il privato rischia meglio, quando a pagare è il pubblico. In particolare: “non meno significativa è stata la completa eliminazione delle strisce blu gratuite per i residenti, trasformate in abbonamenti di € 99/annui; anche tale aumento rappresenta un trasferimento sulla collettività di un preteso maggior costo di realizzazione dell’opera”.
Anche riguardo alle penali sembra che fra ANAC e Comune di Bergamo non vi sia una lingua condivisa: se per il Comune le presunte “penali stellari” furono il motivo per il quale si ripartì con la costruzione dell’ecomostro, per ANAC le penali sono invece quelle dovute dalla concessionaria Bergamo Parcheggi al Comune. ANAC rileva poi che, nell’attuale contratto di concessione, “Appare incomprensibile la limitazione della penale per ritardo […] e appare comunque utile approfondire le intenzioni del Comune di Bergamo relativamente al ritardo di consegna delle opere”.
Non solo: in relazione al risarcimento del danno da parte della ditta Locatelli e al premio della polizza a favore di Bergamo Parcheggi, le perplessità dell’Autorità sono palesi, e la richiesta non casualmente sottolineata: “Si ritiene opportuno che siano forniti chiarimenti in ordine alle iniziative intraprese al riguardo e se e in che termini l’incameramento del premio della polizza da parte del concessionario sia stato valutato nell’ambito del PEF”.
Le ‘VARIANTI’ al progetto originale costituiscono il terzo paragrafo della comunicazione. La sintesi è spietata: riguardo alla variante fatta per rimediare ai lavori del 2008 che portarono alla frana e al successivo intervento inquinante dell’impresa Locatelli “appare inequivoco che la variante del 2011 è stata posta in essere al fine di riparare ad un errore progettuale/esecutivo della concessionaria, legittimante una risoluzione contrattuale”. Lungi dal porre termine alla collaborazione con Bergamo Parcheggi, si è invece rilanciato, arrivando così al nuovo piano del traffico e alla variante del 2016, per il quale ANAC rileva: “trattasi di una modifica (rectius di uno stravolgimento) dell’originaria concessione […] che avrebbe dovuto dar luogo ad un nuovo affidamento tramite gara”.
Una storia ancora in corso, quella delle varianti, come testimoniano i movimenti ‘imprevisti’ della parete nell’ultimo anno e i conseguenti lavori di rinforzo con extracosti di quasi 5.000.000 di euro richiesti dal costruttore, Collini Lavori Spa, e non riconosciuti da Bergamo Parcheggi, che aprono la strada ad un possibile futuro contenzioso, non ancora oggetto di attenzione da parte di ANAC.
La voce ‘I GRAVI INADEMPIMENTI CONTRATTUALI E LA MANCATA RISOLUZIONE’ già dice tutto, vi sono elencate varie situazioni che rivelano inadempimenti gravi e gravissimi che sarebbero stati motivo per una risoluzione del contratto di concessione da parte del Comune a tutela dei cittadini: la frana innanzitutto, ma anche la “conseguente frode” della Geom. Locatelli Lavori spa, accertata in sede penale. E si ritorna qui, su quella che il comitato No Parking ritiene la madre di tutte menzogne: le famose penali stellari che furono prima enunciate come motivo di riavvio dei lavori e – dopo mesi di richieste di chiarimenti – computate in modo approssimativo e ingannevole dall’Assessore ai Lavori Pubblici Brembilla in Consiglio Comunale. ANAC lo scrive chiaramente: “[…] al momento della ripresa delle lavorazioni […] l’opera si trovava in uno stato embrionale, tale da NON rendere nemmeno particolarmente diseconomica (per il Comune di Bergamo) la risoluzione”. In definitiva, il Comune avrebbe potuto risolvere il contratto spendendo poco o nulla, e avremmo ancora un Colle di Sant’Eufemia invece di un buco orrendo sotto la Rocca.
ANAC, dopo aver sottolineato la perdita dei requisiti della concessionaria Bergamo Parcheggi, tocca anche la questione della Valutazione di Impatto Ambientale, valutandola non di sua competenza e rimandandone la responsabilità a Regione e Comune. Al proposito, ricordiamo che la Regione ha già comunicato al Comune la necessità della VIA, ottenendone risposta negativa, e che questo è uno degli aspetti sui quali sta indagando la Procura.
Ora Comune di Bergamo e Bergamo Parcheggi dovranno fornire controdeduzioni e chiarimenti “IN RIFERIMENTO ALLE VIOLAZIONI RISCONTRATE” e spiegare condizioni economiche dell’affidamento, criticità imputabili a Bergamo Parcheggi, introiti conseguiti dalla gestione dei parcheggi dal settembre 2004, “applicazione delle penali/escussioni polizze/risarcimenti danni”.
In conclusione, il documento dell’Autorità Anti Corruzione solleva le questioni già rilevate in questi anni, tutte, dal Comitato No Parking Fara. E si inciampa in ogni pagina nell’ambiguità di una Società nominalmente privata ma parzialmente pubblica (ATB è di propietà comunale al 100%) dove la mano destra sembra non sapere troppo bene cosa fa la sinistra, anche quando dovrebbero lavorare insieme. Un’ambiguità che il comitato No Parking Fara ritiene sia da risolvere al più presto. Con le dimissioni di Scarfone da uno dei due ruoli, evidentemente in conflitto tra loro. E con l’uscita del Comune da una Società in cui il ruolo pubblico è sempre più inspiegabilmente sacrificato alla redditività del privato.
Articolo scritto in collaborazione con il comitato #NoParkingFara