Castelli Calepio – Su un terreno inquinato e’ in progetto la realizzazione di un’opera spropositata e dannosa, a tutto vantaggio di loschi imprenditori sostenuti dai poteri forti della politica nazionale del centro-destra e della Compagnia delle Opere. Imprenditori che hanno in passato lasciato trapelare seri “dubbi” di affidabilità: a partire dalla provenienza “sospetta” dei finanziamenti per la realizzazione di identici centri commerciali in altre parti d’Italia, fino alle più recenti consulenze di “Terra Verde”, azienda coinvolta nell’affare Rifiutopoli-Locatelli S.p.A., proprio per la bonifica dell’area su cui dovrebbe sorgere il “mostro” commerciale della Val Calepio. Questo in sintesi il dibattito che infiamma il territorio tra la Valcalepio ed i vicini paesi del bresciano. Con il Comitato “Quintà NO Megacentro” in prima fila ad opporsi alla costruzione del gigantesco centro commerciale.
Il progetto di un centro commerciale spropositato in un’area che non ne ha necessita’. Il territorio fra Bergamo e Brescia ha una densità di centri commerciali che supera di una volta e mezza la media lombarda. La rete commerciale è quindi ormai satura, ma nonostante ciò è prevista la costruzione di una struttura sull’area della ex-fonderia ferma dal 1993, nella frazione di Quintano a Castelli Calepio. Una volumetria addirittura aumentata rispetto alle previsioni iniziali. Se infatti la metratura commerciale prevista era, nell’ultima variante, pari a 68.000 mq ora si è estesa a 80.000 mq, a seguito dell’approvazione della quarta variante al progetto. Il centro sorgerebbe su un’area a destinazione artigianale, con l’obiettivo di riqualificare il tessuto urbano delle frazioni. L”insediamento del “mostro dello shopping” porterebbe i quartieri limitrofi al rischio di trasformarsi in zone-dormitorio, trafficate di giorno e completamente deserte di sera. I parcheggi di autovetture accessori all’opera sono lievitati, di variante in variante, da 1.900 a 2.500. Il traffico ipotizzato negli orari di punta, secondo quanto afferma il comitato diverrebbe insostenibile. Numerosi posti di lavoro dei negozi esistenti verrebbero cancellati, per essere sostituiti da “più moderne” occasioni di lavoro precario.
L’area in questione da venti anni attende di essere bonificata: il terreno risulta inquinato da cromo esavalente, nickel, tantalio, generati dalla stessa fonderia quando era in funzione e rimasti per tutto questo tempo depositati nel terreno. La fonderia era stata condannata all’epoca per ben due volte: la prima per inquinamento dell’aria e la seconda volta per inquinamento sia dell’aria che del suolo. La bonifica del non è mai stata fatta. Oggi la realizzazione del mega-centro commerciale viene usata come vero e proprio ricatto da parte della Policentro Spa in cambio di nuove metrature di superficie per il centro commerciale. Ma dalle carte il luogo in oggetto risulta salubre, elemento vincolante all’ottenimento delle variazioni al progetto iniziale. L’azienda “Terra Verde”, consulente della Policentro Spa ha sostenuto alla conferenza dei servizi che il suolo non è inquinato, e che diversamente il comitato di cittadini ne avrebbe dovuto fornire le prove. Destino vuole che la stessa “Terra verde” sia coinvolta nello scandalo per i rifiuti illeciti nel tracciato dell’autostrada BreBeMi.
Ma non è solo il rapporto con “Terra Verde” a destare preoccupazione. L’assoluta opacità riveste piu’ in generale tutta la rete di interessi politici e privati coinvolti attorno alla Policentro S.p.A., dell’imprenditore Lino Iemi: una ditta che intrattiene rapporti finanziari quantomeno “sospetti” e con ambienti politici vicini alla Compagnia delle Opere e del PdL. Lo stesso Ing. Iemi è vice-Presidente della Fondazione “Costruiamo il Futuro” dell’On. Maurizio Lupi, esponente politico nazionale di riferimento della CdO. Su diversi siti di informazione e di comitati di cittadini che si oppongono alle realizzazioni della Policentro in altre parti d’Italia, si denuncia un intreccio di interessi tra poteri politici locali, nazionali e gruppi di imprenditori, sorretti da una rete di finanziamenti abilmente occultati da una rete di scatole cinesi. In particolare il sito di informazione Libera Mente http://mafieholding.wordpress.com/2009/08/09/tutti-gli-uomini-del-policentro/#more-31 ha pubblicato un’inchiesta dal quale emergono gli intrecci tra gruppi di amministratori locali e imprenditori in gruppi societari con sedi all’estero nella realizzazione del centro commerciale di Partinico affidato alla Policentro.
Questo e molto altro al centro del futuro di Quintano, frazione di Castelli Calepio. Il comitato di cittadini contrari al Megacentro commerciale ha presentato alcune richieste di chiarimenti al Consiglio comunale del paese della Valcavallina. Ma non rinuncia a future nuove azioni di protesta contro un “mostro” di corsie commerciali che farà ancora molto parlare di se’.
Per approfondimenti : http://nocentrocomm.splinder.com/home?from=0