Bergamo – L’indagine sui presunti rifiuti tossici utilizzati dall’impresa Locatelli nel cantiere del parcheggio della Fara prosegue. Nonostate si dovrà attendere il 29 novembre prossimo per conoscere l’esito dell’udienza, i periti incaricati hanno confermato la presenza di scorie nel cantiere. Tra gli indagati spicca il nome di Pierluca Locatelli, balzato alle cronache perchè accusato di aver utilizzato rifiuti e materiali tossici come riempitivo in un tratto del cantiere della Brebemi e per l’indagine riguardante la discarica di amianto di Cappella Cantone.
Sono passati ormai quasi dieci anni da quando l’allora sindaco Veneziani firmò la convenzione per la realizzazione del parcheggio sotto l’ex parco faunistico in Città Alta e, da allora, i problemi si sono susseguiti uno dopo l’altro. Una questione talmente imbarazzante che ogni amministazione tenta di scaricarne la responsabilità politica.
Dopo la devastazione dell’area naturale situata sotto la Rocca, i lavori si interruppero il 30 dicembre del 2008 a causa di una frana che interessò il cantiere del futuro parcheggio. Una frana evitabile, come recentemente affermato dal geologo del C.N.R. Sergio Chiesa: «Se ci avessero consultato prima, si sarebbero evitati gli errori nelle fondazioni del nuovo ospedale e il crollo durante gli scavi per il parcheggio sotto la Rocca».
Per rimediare al crollo, l’impresa Locatelli consolidò il terreno utilizzando materiale di riporto, in cui sono state rilevate tracce di cromo, idrocarburi e arsenico a livelli di allerta. I parametri per valutare la pericolosità di queste sostanze sono differenti a seconda che l’area sia considerata abitata o commerciale. Se è indubbio che il parcheggio sia un’impresa commerciale, la stretta vicinanza delle case e che l’area interessata si trova nel Parco regionale dei colli, imporrebbe, a buon senso, di utilizzare come limite di riferimento quello più restrittivo attribuito alle aree abitate.
L’eliminazione di un’area verde all’interno del borgo storico cinto dalle mura (che aspirano a divenire patrimonio dell’Unesco), gli scavi di un’enorme porzione di colle, la colata di cemento per realizzare un parcheggio, la frana che ha messo in pericolo gli stessi abitanti e, infine, il rinvenimento di materiali nocivi illegalmente utilizzati per tamponarla sono le tappe di una storia che ha dell’incredibile.
A questo si aggiungono numerose critiche mosse dagli abitanti alla convenzione che regolerebbe la gestione del silo, affidata a Bergamo Parcheggi di cui fa parte A.t.b. Mobilità, che già incassa gli introiti della maggior parte dei parcheggi a pagamento in città.
Per quanto riguarda i posti auto per residenti e commercianti, pare che il costo dell’affitto sarà elevato (si parla di circa 1300 euro annui); sarebbe l’ennesimo strumento per allontanare le classi meno abbienti dai borghi storici di Bergamo, e, in particolare, da Città Alta. I restanti posti saranno invece utilizzati da chi arriva in Città Alta come “esterno”.
Ma come potranno convivere il buon funzionamento commerciale del parcheggio e le chiusure al traffico di Città Alta? C’è il rischio che gli interessi dei privati possano, in futuro, condizionare le scelte dell’amministrazione comunale e che la pedonalizzazione del borgo entro le mura venete, tanto sventolata in molte campagne elettorali, diventi un miraggio.
Resta comunque interessante notare il ruolo delle diverse giunte nella realizzazione del parcheggio nell’ex parco faunistico. Veneziani firmò la convenzione e diede il via al progetto a meno di due settimane dalla scadenza del suo mandato. Bruni ebbe modo di valutare tutti i problemi legati al progetto e decise di non bloccarlo nonostante ne avesse la possibilità. Roberto Bertoli, allora consigliere comunale Verdi di Bergamo, in un documento consegnato ai consiglieri della terza Cirocoscrizione sosteneva che: «Per la prima volta dall’inizio del mandato ci sono le condizioni per sospendere la convenzione senza rischi di penali, in quanto le variazioni sono state richieste dalla Bergamo Parcheggi ed è quindi sufficiente che l’amministrazione non le accetti e a quel punto le penali dovranno essere sborsate dalla società».
L’attuale sindaco Tentorio si ritrova invece ad ereditare il lungo iter giudiziario, pur continuando, nel frattempo, a supportare la realizzazione del silo, come ha dichiarato l’attuale vicesindaco Ceci: «Quel parcheggio, però, resta strategico e va realizzato».
Come si evince dall’intervista, cittadini, residenti e associazioni hanno dimostrato in più occasioni la contrarietà al progetto, spiegandone le ragioni e illustrando le possibili ripercussioni che questo avrebbe sia sul territorio sia sul tessuto sociale di Città Alta.
Ma quanto pare le priorità delle istituzioni erano e sono ancora altre.
Spett.le Redazione, grazie per lo spazio dedicatoci per parlare del problema. Vogliamo solo precisare (forse dall’articolo e dall’intervista non appare sufficientemente evidente…) che l’Associazione Città Alta e Colli allo stato attuale sostiene come prima proposta la bonifica dagli inquinanti ed il ripristino dell’area a verde, come ribadito pubblicamente anche negli ultimi documenti trasmessi a BOM per Bergamo 2019, oltre che in altri documenti trasmessi all’Amministrazione nel corso degli ultimi anni. Siamo altresì aperti e disponibili a fare e discutere proposte alternative come quelle accennate nell’intervista. Cordialmente