Ponteranica – Quali sono i passaggi politici che hanno portato ad approvare la costruzione della linea TEB da Bergamo a Villa d’Almè? Come sono stati pianificati? Quali sono i reali attori che vi hanno partecipato?
Se lo chiedono i cittadini di Ponteranica. Sia chiaro, dicono, è essenziale trovare un modo per sostare il movimento di persone dalla gomma ai binari. La località di Pontesecco, fra Bergamo e Ponteranica, è un imbuto senza via d’uscita; via Valbona, la strada che attraversa in paese, la mattina è un disgraziato serpente d’auto; lo stesso si può dire per la statale 47 , su cui la Ramera affaccia.
Sia chiaro, aggiungono però, voler costruire sul vecchio sedime ferroviario porterà a brutali conseguenze a livello paesaggistico, urbano, ambientale. Significa costruire sulla pista ciclabile, attraversare la piazza del mercato, chiudere in un angolo il BoPo, ovvero togliere quello spazio di socialità e vivibilità che si era riuscito a strappare da un paese che già ai tempi fu mal progettato. A Ponteranica, difatti, non esiste una piazza vera e propria e i luoghi di ritrovo sono stati rosicati proprio lungo il vecchio sedime ferroviario.
Quindi, come mai si è deciso di passare sul vecchio tacciato ferroviario quando in campagna elettorale ci si era battuti per il contrario, riconoscendo questo valore sociale a quei luoghi? Ma procediamo con ordine.
Il progetto di costruire una linea ferroviaria urbana circola da tempo: già la giunta Armati aveva cercato di capire se vi fossero le condizioni di possibilità. Punto saldo di quella giunta e di quella successiva, la giunta Pagano, era però la salvaguardia della pista ciclabile, ritenuta intoccabile per i motivi sopraddetti. Fu con la giunta leghista, subentrata nel 2009, che si cambiò opinione: la ferrovia poteva essere ripristinata sul vecchio sedime.
Campagna elettorale 2013: in un’assemblea pubblica presieduta dall’attuale sindaco Alberto Nevola e da Cesare Cremaschi, attuale assessore alle politiche del territorio, ai lavori pubblici e all’ambiente, fanno promessa che mai la TEB passerà sulla pista ciclabile. Allora il nemico politico era la Lega e probabilmente anche questa opposizione ebbe buon gioco nel favorire il successo elettorale. Ora, si faccia un salto in avanti di quattro anni.
24 luglio 2017: nella calura estiva, fra zanzare e grilli, quella sera fra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale appare, senza una condivisione ne con il gruppo consigliare e cittadinanza (associazione che esprime la maggioranza), il progetto di una tranvia che passerà per il vecchio sedime ferroviario. Approvano tutti il progetto eccetto i tre consiglieri di maggioranza Colombi, Ravasio e Ronzoni. Vota favorevole pure la Lega, d’altronde era un suo progetto, chiede però: “Perché allora no e ora sì?”.
Una risposta che allora mancò il sindaco, una risposta che da allora manca. “Perché allora no è ora sì?”, se lo sono chiesti in molti, ma la risposta non è mai arrivata.
Continuiamo però la cronistoria, perché dopo avere approvato il progetto Nevola si preoccupa di farlo digerire, istituendo assemblee pubbliche in cui i cittadini sono chiamati a dire la loro su un progetto che è già approvato e di cui si stanno già cercando i fondi.
6 dicembre 2017: nell’assemblea di maggioranza compare il direttore generale di ATB e presidente di Bergamo Parcheggi Gianni Scarfone. L’idea è di realizzare un parcheggio di interscambio in via Valbona. Idea che peraltro verrà successivamente bocciata.
La presenza di Scarfone ha però “un che di inquietante”. E vien da pensare al parcheggio della Fara e alle modalità con cui si è deciso la ripresa di quei lavori. Anche in questo caso avevamo un aspirante sindaco, Gori, che in campagna elettorale aveva fatto ben altre promesse. Anche in questo caso, abbiamo un sindaco che non vuol mettere mano a quella questione, anzi nel caso di Bergamo, l’operato della giunta sembra in un primo momento riuscire a contrapporsi ai lavori. Anche in questo caso abbiamo un repentino mutamento decisionale, forzature, sbeffeggiare i cittadini che si oppongono. In entrambi i casi sembra che qualcuno abbia preso sotto braccio questi due sindaci e abbia detto loro: “Ma cosa stai facendo? Smettila”. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un’economia reticolare, costituita da pochi nodi, che sanno come e quando stringere le maglie, lasciando i cittadini insaccati in questo intreccio.
15 marzo 2017 e 10.000 euro: ossia il prezzo della consulenza della società “Sistematica” che, vincitrice dell’appalto, già al lavoro per TEB nella continuazione della tramvia in val Seriana, assicura i cittadini che la pista ciclabile è l’unica via percorribile per la tranvia; la stessa società, tuttavia, boccia il parcheggio. A chi pensa che quegli spazi costituiscano uno spazio di vivibilità e socialità, rimangono le battute irrisorie dell’assessore Cremaschi, mentre l’Eco si affretta a rassicurare che l’assemblea era concorde con l’operato della giunta.
Si aggiunga a tutto ciò che non sono previste opere compensative: la possibilità applicata da qualsiasi Comune di obbligare il privato a costruire altre opere a beneficio della popolazione è stata lasciata cadere.
I quesiti sono molteplici e si ripete: non è un’opposizione alla tranvia. È mettere in questione i meccanismi decisionali. Chi decide? Come decide? Quanto valgono ancora i cittadini?