Bergamo – Finalmente anche a Bergamo arriva Refugees Welcome Italia, l’organizzazione non governativa che fa parte del network europeo Refugees Welcome International, fondato a Berlino nel 2014 e presente ad oggi in 16 paesi del mondo. L’obiettivo è quello di promuovere l’ospitalità diffusa e privata di rifugiati e titolari di altra protezione: uno scambio che supera barriere e pregiudizi per costruire insieme un modello di accoglienza che sia realmente personale e sostenibile creando spazi di crescita e condivisione. A renderlo possibile anche nella nostra città è un gruppo di ragazze e ragazzi riunitosi in un’associazione informale, Sala da Thé, che proprio in questi giorni spegne la sua prima candelina. Fondata sull’incontro tra diverse culture, sull’ascolto e la conversazione, Sala da Thé ha puntato fin dal primo giorno a costruire quelle relazioni che sono alla base di un percorso di integrazione, volendo eliminare tutte le barriere che si frappongono tra il richiedente asilo e la sua richiesta principe: essere considerato come l’essere umano che è al di là della propria condizione legale.
La modalità di accoglienza gioca un ruolo fondamentale in questa partita, considerata come una missione di civiltà, in opposizione a una propaganda politica che spesso vuole denigrare la condizione di ’immigrato tout court. Lo sa bene Sala da Thé, che ha deciso di sposare questo progetto internazionale, ormai rodato in tutta Europa dal 2016, dopo aver già sperimentato, attraverso la sua rete, alcune esperienze di ospitalità privata “informale”.
L’apertura di una sezione di Refugees Welcome diventa quindi un prezioso strumento cittadino per offrire la possibilità a chi lo desidera di poter ospitare presso la propria abitazione qualcuno per cui, in quel preciso istante di vita, una casa può significare non solo una condizione di benessere materiale ma anche e soprattutto un porto sicuro, un trampolino verso l’autonomia, uno spazio di incontro e crescita dove investire sul proprio progetto di vita. Quello che l’associazione garantisce è che questo incontro, o “matching” usando il termine tecnico, avvenga in una modalità protetta, guidata e consapevole e che anche durante la convivenza vera e propria nessuno si senta lasciato solo.
“Ci sarà il tempo in cui dovremo aprire queste porte non solo ad amici e parenti, ma anche a chi viene da lontano e ha bisogno, e noi abbiamo bisogno di loro” – afferma la signora Giovanna, che lo scorso 4 dicembre durante l’evento di presentazione al pubblico di Refugees Welcome Bergamo, nella quale ha raccontato la sua esperienza di accoglienza promossa da Sala da Thé, accogliendo Lamine, un ragazzo di 23 anni.
Come Lamine, da oggi, molti titolari di permesso di rifugiato o di altra protezione potranno iscriversi alla piattaforma di Refugees Welcome: piattaforma aperta anche a tutti coloro che sentano crescere in sé un’esigenza di cambiamento o di prospettiva mettendola in pratica in prima persona diventando attivista, facilitatore o aprendo le porte di casa propria.
Come chiariranno anche al prossimo evento di giovedì 19 dicembre presso il Circolino della Malpensata a partire dalle 18.30, i ragazzi di Sala da Thé hanno in mente un’idea di accoglienza che non è nuova, ma spesso dimenticata e in fin dei conti la più naturale: un processo che mira gradualmente, ma incessantemente, alla coesione sociale di chi non vuole più essere considerato diverso.