Annunciata la soluzione
Zingonia – Un mega progetto tutto in salsa lombarda con tanto di finanziamenti che, come sostiene Zambetti (assessore Regionale alla casa) a breve arriveranno, tempo uno o due mesi…Brebemi, Autostrada Pedemontana e TAV dice con fierezza la Lanzani (assessore provinciale alle Grandi infrastrutture, Pianificazione territoriale,Expo).
La logica in termini spicci è quella di risolvere il problema abitativo e sociale di Corso Europa di Zingonia con la demolizione dei palazzi Anna ed Athena e la creazione di un casello autostradale. Un bel po’ di cemento, che non guasta mai e sviluppo del terziario, magari l’ennesimo centro commerciale.
A distanza di cinquant’anni dalla creazione di Zingonia ad opera dell’imprenditore/finanziere Renzo Zingone oggi ci viene presentata la stessa ricetta privatistica di sviluppo del territorio ormai clamorosamente fallita. Negli anni ’60 l’idea alla base del progetto era quella di costituire a cavallo dei Comuni di Verdellino, Verdello, Ciserano, Boltiere ed Osio Sotto l’agglomerato di Zingonia con un’espansione abitativa prevista di 50.000 abitanti. Industrie e perché no, anche i servizi necessari a questo sopraggiunta popolazione. La realtà però fu diversa: non appena gli sgravi fiscali elargiti dal governo furono esauriti, molte delle aziende che in un primo momento erano state attratte dal goloso affare, cercarono altri luoghi più vantaggiosi per investire i propri capitali. Se infatti la manodopera disponibile a basso prezzo costituita dagli ex contadini bergamaschi e dai nuovi emigrati dal meridione d’Italia era un bocconcino appetitoso, la cessazione degli sgravi fiscali e l’ondata di rivendicazione da parte dei lavoratori di Zingonia fecero ridimensionare di molto le ambizioni degli imprenditori. I servizi promessi non furono mai del tutto realizzati ed i 5 comuni non riuscirono a mettersi d’accordo per realizzare una politica di sviluppo del territorio coerente, rimanendo deboli interlocutori nei confronti degli interessi dei privati.
Dopo ben mezzo secolo la situazione è pian piano deteriorata da tutti i punti di vista, ma primariamente per l’aspetto economico e sociale. Se Zingonia infatti è diventata meta della più diversificata migrazione sia nazionale che transnazionale, al contempo il lavoro ha incominciato a diminuire, a causa prima della delocalizzazione delle imprese e poi della della crisi globale. La speranza di molti di trovare casa e lavoro è presto sfumata e chi ha potuto permetterselo si è trasferito nei paesi limitrofi. L’ architettura urbana ideata da Zingone non ha certo favorito l’integrazione dei residenti extraeuropei, che si sono trovati ad abitare in palazzoni circondati da fabbriche ormai dismesse e vialoni a scorrimento veloce. Attratti dai prezzi convenienti degli appartamenti offerti in particolare agli edifici Anna ed Athena, i nuovi abitanti nel pacchetto hanno acquistato anche i debiti pregressi accumulati sia per spese condominiali, fra cui l’acqua, sia per l’erogazione di luce e gas. Conoscer poco l’italiano e men che meno il nostro complesso diritto privato non li ha certo aiutati.
Da dicembre 2009 gli abitanti degli appartamenti nei palazzi Anna ed Athena devono pagare la cifra di € 125 al mese per impedire che l’azienda erogatrice dell’acqua BAS SII non chiuda i rubinetti. Fa niente che la falda acquifera sia inquinata dal cromo esavalente (cromo VI) e non sia ancora stata bonificata. Il riscaldamento ormai è da anni che non ce l’hanno. Mentre lo spaccio e l’unico “mestiere” che non sente crisi. La sicurezza di quei palazzi è inesistente, addirittura il sindaco di Ciserano, Enea Bagini, ha murato l’ingresso principale di uno dei palazzi, alla faccia delle norme di sicurezza. Il tentativo è chiaro: far andar via tutti e realizzare il famoso Master Plan decantato dalla Lanzani. A quale prezzo? Come si risolverà il problema politico e sociale di Zingonia? Come poi suggerisce il sindaco di Ciserano “Perché non creare una “no-tax zone” con agevolazioni fiscali e tributarie?.. Occorre rendere appetibile Zingonia, partendo dagli imprenditori che ci sono già”. Come dire, la storia si ripete.
Quando l’expo terminerà e tutto sto collegamento in mezzo alla Pianura Padana si rivelerà non così utile alla comunità?
Che fine faranno quegli immigrati assunti nei cantieri di cemento?
Ci penserà la Lega con un po’ di revanscismo razzista a farli scappare?