MORNICO AL SERIO (BG) – Un abitante smentisce la tesi del colpo accidentale. Il testimone, mai sentito in fase di inchiesta preliminare, dichiara di aver sentito esplodere non uno ma ben tre colpi di pistola. E’ quanto emerge dalla testimonianza video trasmessa durante un’edizione di Studio Aperto del 7 febbraio 2010. Si delinea dunque un quadro totalmente nuovo su quanto accaduto la sera in cui Aziz Amiri, giovane marocchino di appena 18 anni, da soli 43 giorni in Italia, viene ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere della Caserma di via delle Valli di Bergamo.
L’ipotesi dei tre colpi, se confermata, metterebbe in seria discussione la versione dei due militari coinvolti. I carabinieri hanno sempre parlato di un solo colpo partito accidentalmente in seguito ad una colluttazione. Tesi che il PM Maria Mocciaro ha ritenuto credibile e congruente con i primi risultati dell’inchiesta. Al punto da formulare la richiesta di archiviazione. La chiusura del caso metterebbe la parola fine alle speranze della famiglia Amiri di fare chiarezza sull’omicidio di Aziz.
Due le alternative all’archiviazione che il GIP Bianca Maria Bianchi potrebbe a breve disporre: dare inizio al processo per il carabiniere indagato per omicidio colposo e eccesso colposo nell’adempimento di un dovere oppure approfondire le indagini per acquisire nuovi elementi.
Il residente di Mornico parla alle telecamere di Italia 1 all’indomani dei tragici avvenimenti del 6 febbraio, quando due militari in borghese bloccarono una Peugeot con a bordo due ragazzi marocchini. L’operazione si concluse con un tragico bilancio. Un ragazzo morto, il giovane Aziz Amiri. Il conducente dell’auto inspiegabilmente scomparso. L’uomo, chiuso nella vettura piantonata da due uomini armati, sarebbe riuscito a dileguarsi e a far perdere le sue tracce. Secondo i militari fu proprio quest’ultimo ad aver dato inizio ad una colluttazione. E’ solo a questo punto che sarebbe “sfuggito” il colpo mortale dall’arma del carabiniere. Si scoprì poi che la Beretta che esplose uno (o più) colpi non era la pistola di ordinanza dell’indagato. Nella Peugeot dei due ragazzi venne ritrovata della cocaina, ma nessun’arma.
Fatta eccezione per il collega del carabiniere e per un confidente dei militari presente sul fatto, il compagno di Aziz era considerato fino ad oggi la sola persona che potesse aiutare a far luce sul caso. Dopo la diffusione del video di Studio Aperto, a quanto sembra, non è più così.