Presidio in solidarietà a Fabio dopo le gravi provocazioni della questura

Bergamo – Venerdì 1 luglio si è svolto un presidio fuori dalla prefettura di Bergamo, in solidarietà a Fabio Cochis, storico militante dell’Unione inquilini, dopo il grave attacco che ha subito da parte della questura. Il 17 giugno, infatti, Unione inquilini stava costruendo un momento assembleare con gli inquilini e le inquiline delle case Aler di via Luzzati in Malpensata. Durante l’allestimento e la preparazione dell’iniziativa Fabio e altri partecipanti vengono avvicinati dalle forze dell’ordine e, una volta caricati sulla volante, vengono portati in questura. Dopo alcune ore in stato di fermo viene rilasciato con a carico un’accusa di spaccio: un poliziotto ha testimoniato che Fabio stava vendendo sostanze stupefacenti all’interno dei caseggiati popolari. Questa accusa, oltre ad essere grave e infamante, è totalmente falsa: Fabio non consuma sostanze e men che meno le spaccia. È gravissimo che questa denuncia sia stata architettata ad hoc per creare problemi giudiziari a un militante e gettare fango sulla sua persona. Fabio da anni è militante di Rifondazione comunista, e ha sempre condotto numerose lotte con l’Unione inquilini, il sindacato per il diritto alla casa.

In risposta a questo atto intimidatorio, venerdì scorso è stato costruito un presidio da varie realtà per ribadire quanto sia grave ciò che è successo. Il percorso di Unione inquilini continuerà nei prossimi mesi, in vista di una mobilitazione a settembre fuori dalla sede dell’Aler, per difendere i diritti di tutte quelle persone che vivono nelle case popolari in condizioni disastrose, dove le manutenzioni sono inesistenti e i canoni di locazione continuano ad aumentare.

Già in passato altri militanti vennero accusati di reati gravissimi dopo che si erano esposti molto per cercare verità e giustizia sulle vittime del covid-19. Che sia una strategia della questura per screditare e annichilire i movimenti bergamaschi? Fatto sta che Fabio, come tutte le persone che si ritrovano a subire procedimenti giudiziari a causa dei propri percorsi politici, non ha intenzione di fermarsi.

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