Bergamo – Ci sono voluti più di due anni per poter partecipare ad un bando per le case popolari a Bergamo. Nonostante il Regolamento Regionale obblighi i comuni lombardi con popolazione superiore ai 20.000 abitanti a fare almeno un bando annuale, la giunta Tentorio ha violato la legge regionale. Non è dato sapere quali saranno le conseguenze di tale mancanza, ma a farne le spese saranno sicuramente le famiglie in attesa di un alloggio a prezzi accessibili. A smuovere dall’inerzia la giunta non è bastata nemmeno la crescente tensione abitativa che si è verificata sul territorio. Ben 374 sono stati i provvedimenti di sfratto emessi soltanto nel territorio del comune di Bergamo nell’anno 2010. Sfratti che nel 2011 in provincia sono aumentati del 19% rispetto all’anno precedente. A fronte di questa emergenza abitativa il nuovo bando ERP, che scadrà il 28 settembre, prevede l’assegnazione di soltanto una cinquantina di appartamenti. Ben poca cosa se si pensa che all’ultimo bando avevano presentato domanda di assegnazione di alloggio 932 nuclei familiari.
La domanda di Edilizia Residenziale Pubblica può essere compilata solo tramite un form in rete. Il modulo telematico però blocca automaticamente tutte le domande di famiglie e singoli che vivono con redditi inferiori alla soglia di povertà (7.146 euro per 1 persona, 11.910 per 2, 15.840 per 3…). Chi sopravvive con redditi da fame è quindi obbligato a partecipare al bando dichiarando un reddito falso, che non può essere inferiore alla soglia considerata minima. L’innalzamento alla soglia di povertà fu inizialmente previsto, attraverso una delibera del 2008 proposta dal precedente assessore alla casa Francesco Macario, soltanto per i redditi non certi. Questo adeguamento viene ora applicato sistematicamente a tutti i casi di reddito inferiore alla soglia di povertà. Un invalido al 100% con una pensione da 278 euro al mese, se vuole partecipare al bando, dovrà dichiararne 596. In questo modo si altera la graduatoria finale del bando, perchè il disagio economico è una delle variabili che concorre a produrre il punteggio, ma ben più grave è il perverso meccanismo che sottende questa pratica.
Sindaco e assessori si permettono di considerare le persone sotto la soglia di povertà dei bugiardi potenziali, di cui non ci si può fidare. L’amministrazione ha tutti gli strumenti per segnalare alla finanza situazioni economiche dubbie, ma non ha nessun potere di non ritenere credibili dei CUD prodotti, per esempio, dall’INPS, che certificano redditi bassi. Le irregolarità prodotte negli anni dall’Ufficio alloggi del comune di Bergamo, che ha visto anche la rimozione di alcuni funzionari, si stanno ora ritorcendo contro gli stessi cittadini. In particolare sui cittadini portatori di bisogni, che come abbiamo già fatto notare nel caso della domanda di rimborso irpef, subiscono controlli discriminatori. Chi ha diritto al rimborso IRPEF infatti ha dovuto dimostrare di aver pagato la tariffa sui rifiuti, chi non ha diritto al rimborso invece non ha dovuto dimostrare nulla. L’amministrazione sembra aver trovato il metodo migliore per combattare la povertà: cancellarla.
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