Tre giorni per l’ex Principe di Napoli

Bergamo – La prima data era stata rimandata a causa del maltempo, ma oggi, venerdì 10 maggio, l’iniziativa all’ex Principe di Napoli si farà. Organizzata dal gruppo cittadino Bergamo Bene Comune, il presidio vuole essere un momento per ridare vita a un immobile che pare da anni dimenticato dall’amministrazione comunale. Dalle sette di sera in via Pignolo ci saranno musica, giocolieri, spettacoli teatrali, e visite guidate nella via a cura dell’ISREC di Bergamo. I motivi che hanno spinto il gruppo Bergamo Bene Comune a organizzare queste tre giornate non si limitano a una festa estemporanea, e pongono anzi l’accento su un’importante questione cittadina: quella delle alienazioni di immobili e strutture, di cui l’ex Principe di Napoli è semplicemente uno degli esempi più lampanti.

Lo stabile, venduto nel 1870 all’Ente Sociale con i fondi lasciati dall’artista Giacomo Trecourt con il vincolo dell’uso esclusivamente sociale, venne poi ceduto al comune nel 1998 con lo stesso, categorico, vincolo. Nel 2013 un bando che voleva destinare la struttura all’housing sociale andò deserto, mentre nel 2016 Lega e Movimento 5 Stelle proposero in consiglio comunale una mozione per la ristrutturazione dell’immobile, che avrebbe dovuto ospitare un Centro Famiglia, poi ubicato altrove; la ristrutturazione non venne, quindi, mai effettuata. Da qui la decisione della giunta comunale di vendere l’ex Principe di Napoli a un privato.

Nel 2017 un primo gruppo di cittadini iniziò una raccolta firme per evitare che la fine di quell’edificio fosse quella di esser dato in pasto a privati che quasi sicuramente non avrebbero mantenuto il vincolo sociale che lo caratterizzava. Si chiedeva all’amministrazione, inoltre, di intavolare una discussione reale sulla questione, dal momento che abitanti della via e della città tutta si opponevano con decisione alla vedita. Sulla falsa riga di tante altre situazioni in città, più o meno recenti, però, il Comune non fece alcun passo verso i cittadini e il loro volere. E così è ancora oggi: quella che si può definire a tutti gli effetti una svendita (dal momento che i bandi vanno deserti, e il prezzo dello stabile dunque continua a calare, divenendo sempre più appetibile per un eventuale privato) continua a essere la via che pare tracciata per il Principe di Napoli. Rimane da sapere come si comporterà in tal proposito la nuova amministrazione comunale.

Che la città venga modificata e piegata ai voleri di un’amministrazione che non tiene conto delle proteste dei cittadini è una realtà che si può riscontrare anche in altri contesti: basti pensare al parcheggio della Fara, in fase di costruzione nonostante raccolte di firme, presidi, presenze in consiglio comunale e diverse altre iniziative. O alle proteste degli ambulanti per lo spostamento del mercato del lunedì alla Malpensata, proteste mai ascoltate dal sindaco se non per rispondere con un secco “no” . Di questi esempi ce ne sarebbero molti altri. Ma i cittadini di Bergamo non sembrano essere intenzionati ad accettare questo modus operandi con passività: le iniziative al Principe di Napoli vogliono essere un’occasione per rendere partecipi tutti della propria città e del proprio territorio, vogliono essere una voce che deve venire ascoltata, e non ignorata come al solito.

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