Bergamo. Mercoledì 22 Dicembre gli studenti delle scuole superiori e delle università si sono ritrovati in piazza Vittorio Veneto per esprimere tutto il loro dissenso contro il DDL Gelmini. Questa intervista fatta a degli studenti universitari di Bergamo, racconta la loro visione dei fatti accaduti a Roma il 14 Dicembre e di come questi possano incidere sul futuro degli studenti e sulla cultura in generale. Riportiamo il comunicato del presidio:
RIPRENDIAMOCI IL FUTURO: NO AL DDL!
La riforma dell’università ddl 1907, in discussione al Senato della repubblica da martedì 21 e quindi ad un passo dall’approvazione, ha sempre avuto vita facile nei palazzi.
Le varie manifestazioni dell’onda prima e le mobilitazioni delle ultime settimane hanno fatto sì che il decreto legislativo dapprima identificato come iter, fosse tramutato in disegno di legge, arrivando così a rischiare la cancellazione dell’iter di legge stesso, qualora non fosse stata sorpassata con tre ottimi voti da compravendita, la fiducia di martedì 14.
Fiducia cui avevamo risposto con il conflitto, manifestando contro la degenerazione delle pratiche di questo governo ed il suo continuo metter mano alla scuola pubblica.
Oggi ci ritroviamo davanti soprattutto a dei tagli inoculati, che rischiano di ledere persino il budget previsto dalla riforma stessa.
Oltre al problema economico, è chiaramente paventata la volontà dell’esecutivo di favorire altri apparati dello stato ed altre spese, rispetto a quelle per la cultura.
Lo vediamo nei soldi spesi per le missioni militari, in quelli messi in conto per la Bre-Be-Mi, la Pedemontana, fino ad arrivare al ponte di Messina.
Gli studenti non dimenticano neppure la svendita di Alitalia, gli appalti per il G8 alla Maddalena e tutte le finanze pubbliche dilapidate in questi ultimi anni.
Ma veniamo alla questione chiave di questo provvedimento, cioè il ritorno ad una università classista e padronale, il tutto esplicitato dalla riduzione delle rappresentanze all’interno degli organismi decisionali (per esempio gli studenti all’interno del nuovo consiglio di amministrazioni passeranno da tre unità ad una, mentre i privati potranno arrivare al 40% della partecipazione nel consiglio stesso).
I poteri saranno concentrati nella figura del rettore che diventerà un vero e proprio manager.
I contratti di ricerca saranno ridiscussi istituendo la figura di un ricercatore precario a vita che avrà un contratto rinnovabile di 3+3 anni, ma che non avrà la sicurezza alla scadenza dello stesso di diventare docente associato.
Inoltre la mercificazione della cultura è il primo punto nell’agenda dei nostri ministri e parlamentari che beffardi, continuano a rilasciare dichiarazioni idiote sul movimento degli studenti criminalizzando e sminuendo ciò che sta succedendo in tutta Italia e non solo.
‘’Uno spettro di aggira per l’Europa’’, lo spettro di una generazione che nel proprio futuro vede solo precarietà, nessuna prospettiva di realizzazione personale, nessuna prospettiva di mobilità sociale, diritti che si trasformano in privilegi per ricchi e governi che pensano a salvare le banche tagliando il welfare; generazione che da sola si sobbarca il pesante carico della crisi di un sistema economico e politico sfruttatore destinato all’auto-distruzione.
Ebbene questa generazione di invisibili alza la testa e si riprende il proprio futuro.
Questo è solo l’inizio, per cui…MERRY CHRISIS!
RETESTUDENTIBG