Bergamo – Dopo la decisione presa da Aler di voler sospendere il servizio del portierato sociale alle case popolari di via Luzzatti e via Don Bosco, nel quartiere della Malpensata a Bergamo, il comitato di quartiere e i comitati auto-organizzati degli inquilini si sono sin da subito mobilitati a sostegno del servizio e di chi, per anni, con dedizione e impegno, l’ha portato avanti per ritrovarsi ora con un contratto non più rinnovato. Altra decisione di Aler è quella di affittare lo spazio che in questi anni è stato sede del comitato inquilini, di fatto togliendo fisicamente la possibilità a chi abita la zona di avere uno spazio comune dove portare avanti le attività svolte in questi anni; probabilmente il posto verrà destinato a uso commerciale, in barba alla volontà e alle esigenze degli abitanti delle case popolari.
Il servizio del portierato sociale, avviatosi nel 2014, prevedeva una figura che si occupasse dei problemi amministrativi, burocratici e di manutenzione delle case per conto di Aler; ma, col tempo, il reale ruolo del “portiere sociale” ha assunto un diverso spessore. Lungi dall’essere un mero servizio impiegatizio come proposto inizialmente da Aler, il portierato sociale ha iniziato a essere sinonimo di attività di dopo scuola per i bambini, mutuo aiuto tra inquilini delle case popolari, soprattutto per soggetti diversamente abili o economicamente più in difficoltà (tramite raccolta di abiti e mobilio), dialogo e mediazione tra persone appartenenti a culture diverse che abitano gli stessi spazi, collaborazione costante con le associazioni del quartiere, con la parrocchia e l’oratorio, i centri ricreativi estivi e molto altro. E’ stato, insomma, la messa in pratica di un modello di vivere comune gestito dagli abitanti stessi della via, basato sul reciproco aiuto e su un’idea di comunità inclusiva e solidale. Questa ricchezza accumulata negli anni, invece che essere riproposta dove al momento manca, viene ora meno con lo smantellamento del servizio: la stessa sorte tocca anche ai portierati dei quartieri di Monterosso, Carnovali e Villaggio degli Sposi, ma potrebbe toccare un domani diversi altri quartieri.
La rete sociale di Malpensata si è solo che infittita e solidificata grazie a questa esperienza, che però ora si vede costretta a chiudere i battenti. Per questi motivi ieri è stata organizzata un’assemblea aperta a tutti per parlare del problema e proporre eventuali metodi d’intervento: la partecipazione all’incontro è stata altissima, e l’intenzione è quella di non arrendersi al volere di Aler, ma anzi di portare avanti combattivamente la protesta, richiedendo un dialogo diretto e reale sulla questione- dialogo, ad oggi, del tutto evitato dalla direzione, nonostante le richieste degli inquilini e di diversi sindacati, come Unione Inquilini e SGB. Chi vuole conoscere la realtà del Comitato degli inquilini e sottoscrivere la petizione, che verrà veicolata in tutti i portierati e aperta alla firma di tutti i cittadini, può recarsi presso presso le salette del Comitato in via Luzzatti e chiedere di Cristina Triboli.