Bergamo – È previsto per domani mattina il presidio davanti al Comune di Stezzano indetto dallo Sportello per il diritto alla casa del sindacato SGB di Bergamo, in solidarietà alla famiglia Badaoui, che ormai da diversi mesi si trova sotto sfratto.
La situazione della famiglia, composta da padre, madre e tre figli minorenni, dimostra quanto anche con uno stipendio fisso e un contratto di lavoro a tempo indeterminato sia difficile trovare una casa. Dopo un’iniziale ingiunzione di sfratto per il mancato pagamento di diversi mesi di affitto (anche questa volta a causa della perdita del lavoro), infatti, Mohammed è riuscito a trovare una nuova occupazione e ha proposto ai proprietari di casa di restare altri due mesi nell’alloggio, pagando l’affitto, per avere il tempo di trovare una nuova sistemazione: non è semplice infatti per una famiglia con tre figli minorenni escogitare una soluzione in tempi brevi. I proprietari di casa però si sono rifiutati categoricamente di attendere e hanno deciso di procedere con lo sfratto, ignorando la situazione di evidente difficoltà della famiglia.
Nella maggior parte dei casi, lo sfratto avviene per morosità incolpevole, quando cioè si perde il lavoro e non si riesce più a pagare l’affitto; ma non è nemmeno questo il caso. Questa vicenda dimostra ancora una volta quanto la casa sia diventata, invece che un diritto, uno strumento di speculazione per i proprietari, i quali mettono al primo posto la possibilità di guadagno, anche a costo di lasciare senza casa famiglie e minori.
Eccoci dunque al paradosso: nonostante il contratto a tempo indeterminato e la possibilità di pagare un affitto, la famiglia Badaoui vive con l’ansia continua di finire in strada prima di aver trovato una nuova sistemazione. Situazione, questa, resa ancora più complicata da un dato: se cercare casa non è semplice per nessuno, in questo caso si aggiunge la nazionalità straniera della famiglia, alla quale nonostante il contratto di lavoro vengono rifiutate molte soluzioni abitative, perché i proprietari cercano di affittare a persone italiane.
Inoltre, alla richiesta effettuata tramite email dal sindacato SGB di trovare un accordo con il Comune di Stezzano prima che la situazione arrivasse a questo critico punto, la sindaca Elena Poma (Forza Italia-Lega Nord) ha ribadito che non è compito del comune garantire un posto sicuro “a tutti e a chiunque”, non ritenendo proprio dovere tutelare una famiglia con tre minori. Insomma, se i Badaoui non riescono a trovare una nuova abitazione, anche a causa della discriminazione imperante, non riceveranno alcun appoggio dalle istituzioni.
Per questi motivi sabato 3 novembre il sindacato SGB ha voluto organizzare un presidio davanti al comune, dalle 10:30 del mattino, a cui seguirà un pranzo: la mobilitazione richiamerà tutte e tutti i solidali che intendono sostenere la famiglia Badaoui, per il diritto fondamentale all’abitare e a un’esistenza dignitosa.