Bergamo – Continua a scaldare gli animi fuori e dentro la maggioranza la proposta di alcune associazioni e gruppi di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini. La cittadinanza fu concessa a nome del Comune di Bergamo il 24 maggio del 1924 dal commissario prefettizio Franceschelli. L’ISREC (Istituto storico per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) fa propria la sensibilità di chi – Rete Aldo dice 26×1, ANPI, Giovani democratici, Comitato Antifascista – ritiene che sia venuto il momento di cancellare questo onore, conferito dalla città di Bergamo al dittatore. Nessuna urgenza, semplicemente la netta presa di posizione di chi non ha alcuna intenzione di cancellare la Storia, anzi si assume l’onere di studiarla e di farla rivivere giorno per giorno anche con scelte come quella di togliere ogni onore a Mussolini.
Non c’è intenzione quindi di occultare fatti storici, ci mancherebbe altro: nessuno può ignorare cosa sia stato il fascismo, con le sue guerre, la violenza, l’annullamento di ogni dissenso, lo scioglimento delle organizzazioni dei lavoratori, le leggi razziali, l’infame colonialismo. E la concessione della cittadinanza onoraria a Mussolini è un fatto storico concreto e incontestabile, esattamente come lo sarebbe il ritirarla. Un fatto storico che esprimerebbe la rinnovata sensibilità antifascista di una città medaglia d’oro alla Resistenza.
Ma l’attualità di questa proposta la si coglie dal susseguirsi delle reazioni che questa semplice proposta ha prodotto. Il Sindaco Gori non ha atteso alcun confronto con la maggioranza per esprimere la sua netta contrarietà alla proposta dell’ISREC. Anticipando i tempi e ipotecando gli esiti di un possibile confronto, dall’alto della sua posizione, Gori confonde la Storia con la memoria. Qualificando come “datata” la richiesta, spende quasi una pagina intera su L’eco di Bergamo per ribadire il suo timore di fronte a possibili “divisioni”. Se il primo cittadino prende atto che l’onoreficenza è “il prodotto di una situazione storica determinata“, sembra non volersi rendere conto che il non ritirarla sarebbe il prodotto di un’altrettanto determinato contesto storico, in cui persone come lui preferiscono non urtare quelle “sensibilità che continuano infatti a essere ancora diverse“.
Le resistenze del sindaco ci danno la misura di quanto in questo paese sia ancora complicato fare i conti con la memoria del regime fascista. In passato i comuni fecero a gara nell’offrire la cittadinanza onoraria a Mussolini per una sorta di piaggeria da parte degli amministratori. Oggi il Sindaco Gori si rifiuta di assumere una posizione semplice, che si sarebbe potuto dare per scontata. L’atteggiamento che regna è quello dell’ignavia di chi teme di scontentare qualcuno e allora diventano significative le desolanti parole del consigliere Simone Paganoni: revocare l’onoreficenza a Mussolini significherebbe creare un precedente pericoloso… Meglio lasciare le cose come stanno.
E sarebbe bene che il passato , per una volta, riuscisse a passare, ma che la memoria fosse attuale, senza congelarla a 91 anni fa.
Le firme per togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini si raccolgono a Bergamo presso l’ISREC, la Kascina Popolare autogestita, il csa Pacì Paciana, il circolo Barrio Campagnola e il circolo Maite, a Romano di Lombardia presso lo Spazio Jurka.