Bergamo – Quale il ruolo del colosso americano di Airbnb nel processo di turistificazione che sta attanagliando ormai da anni diverse città italiane ed europee, senza lasciare da parte neanche Bergamo? Il ruolo giocato dalla piattaforma online è, a ben vedere, fondamentale per questo processo, che punta a trasformare la città in modo da divenire il più appetibile possibile al turista piuttosto che al residente.
Nata per essere economicamente vantaggiosa, sia per il viaggiatore in cerca di una sistemazione cheap, sia per il proprietario di casa che, tramite il subaffitto temporaneo della sua stanza o del suo intero appartamento, può sperare di arrotondare le entrate, la piattaforma di Airbnb ha ben presto assunto un carattere ben diverso da quello primordiale, divenendo a tutti gli effetti più simile ad un’attività imprenditoriale, piuttosto che a un modo conveniente per tutti di viaggiare e sostare in una nuova città. Con i suoi affitti brevi, tendenzialmente piuttosto bassi rispetto alla norma dei classici hotel, bed&breakfast o degli altri appartamenti affittati normalmente, il metodo d’affitto Airbnb è diventato, tra i proprietari di casa, il prediletto. in quanto evidentemente economicamente più vantaggioso: è infatti fuor di dubbio che, dato il guadagno ricavabile, un proprietario di casa tenderà ad affittare con maggior trasporto per brevi periodi piuttosto che per periodi più lunghi e, di conseguenza, il canone d’affitto previsto per il proprietario che, invece, continuerà ad affittare sul lungo periodo, aumenterà di pari passo; la conseguenza sarà un mercato immobiliare inaccessibile ai residenti, ma invece molto invitante per il turista di poche notti.
In tutta la provincia di Bergamo sono 2200 gli affitti attualmente attivi su Airbnb, con 1060 single-hosts, ovvero coloro che mettono a disposizione una sola stanza o una sola casa sulla piattaforma, e 1141 hosts multi-listing, ovvero coloro che mettono a disposizione più di una stanza o di un appartamento. Insomma, comparando questi dati a quelli dello scorso anno si può notare una crescita costante e una diffusione sempre maggiore di Airbnb sul nostro territorio. Già nel 2018, dal momento che le strutture registrate sul portale Airbnb sono passate da 514 a 780, con una crescita del 36% rispetto all’anno precedente, è stato presentato dal pubic policy manager di Airbnb, un accordo al Comune per la riscossione automatica della tassa di soggiorno, per cui la piattaforma online incassa e versa automaticamente un’imposta pari al 5% sul costo del pernottamento, al momento della prenotazione e la gira poi ogni tre mesi nelle casse comunali. Prima di Bergamo fu il Comune di Milano a stringere un patto del genere, che garantisce al Comune un’entrata annua piuttosto alta.
Una città sempre più “mordi e fuggi”, quella in cui Airbnb spopola così, una città sempre più di passaggio a discapito di residenti che invece, per definizione, devono e vogliono viverla secondo i propri bisogni e le proprie necessità, per definizione per forza diverse da quelle di un turista. Viaggiare, visitare nuovi luoghi, scoprire le città vedendole valorizzate e accessibili, non può essere qualcosa di criticabile. Ma come vengono trasformate le città in nome del turismo, tanto invitante per le amministrazioni locali perché fonte di guadagno? Un esempio lampante di come a Bergamo questo processo di turisficazione sia in atto è la volontà di ampliare ancora di più l’aeroporto di Orio al Serio, che conta sempre più voli e che punta ad aumentare il numero di passeggeri e i voli di cui usufruire, nonostante il tema sia stato più volte fonte di malcontento e critiche da parte dei cittadini per via dell’impatto sulla salute degli stessi e sull’ambiente. Il processo di turistificazione che sta avvenendo a Bergamo, così come in altri centri urbani, consiste in una modifica radicale della città in base ai bisogni dell’industria turistica, dunque, in continua espansione. Non solo l’aeroporto, però: il passaggio da città che viene vissuta da chi la vive quotidianamente, a città che viene modificata in nome del profitto (che sia conseguente all’accrescere del turismo o meno) è in atto in questo preciso momento: il volto di Bergamo sta cambiando ormai da diversi anni, tramite lavori in corso o in cantiere (che comprendono la costruzione di poli del lusso, ampliamento o nuova costruzione di centri commerciali, modifiche del centro storico in funzione di mera attrattiva turistica ecc), che potrebbero portare allo svuotamento abitativo, alla chiusura di diverse attività e negozi nei quartieri e ad una concentrazione estesa di fruitori di questi nuovi servizi che portano traffico e smog in quartieri sempre più deserti e non vissuti. Costruire una città per intercettare turismo di massa, al solo scopo di arricchirsi (abbiamo cercato di spiegare qui in quale modo) potrebbe portare a disastrose conseguenze per chi quelle città deve e vuole viverle, e che quindi necessita di servizi, trasporti, infrastrutture per i propri bisogni, di sicuro differenti da quelli del turista.