Bergamo – Migliora la condizione dell’aria nella nostra città, che da oggi vedrà revocate le misure straordinarie per il contenimento delle polveri sottili scattate lunedì: giovedì scorso infatti la centralina di via Garibaldi aveva segnalato una concentrazione di 122 µg/m³, a fronte di un limite massimo di 50 µg/m³.
Nonostante la situazione non sia più così critica, permane tuttavia la preoccupazione della cittadinanza per dei livelli di pm10 tanto, troppo elevati, aggravati dalla carenza di piogge. Tali condizioni non sono una novità nella nostra regione, dal momento che lo sviluppo del territorio ha portato ad un aumento continuo delle fonti di inquinamento; ad oggi, è praticamente impossibile, perfino per Arpa (l’ente regionale per la misura della qualità dell’aria), misurare l’incidenza di ognuna, distinguendo le emissioni delle automobili rispetto a quelle delle fabbriche o dell’aeroporto: oltre alla difficoltà di un territorio fortemente antropizzato, infatti, sulla rilevazione dell’inquinamento dell’aria pesa un’ulteriore difficoltà, cioè l’imprevedibilità dei venti che spostando le masse d’arie causano notevoli movimenti.
Se queste premesse sono reali, non sollevano però la politica dalle sue responsabilità di tutela della cittadinanza: è impensabile infatti che una giunta si affidi alle folate di vento o ad alcuni giorni di stop alle auto diesel per risolvere un problema endemico e sempre più critico. Serve allora un governo lungimirante del territorio, che contempla la capacità e il coraggio di prendere posizioni scomode a vantaggio dei cittadini. Alla giunta Gori, però, questo coraggio pare mancare: come dimostra la vicenda del parcheggio della Fara, , le soluzioni del sindaco riguardo alla mobilità sono da più parti criticate, proprio in quanto non abbastanza efficaci o addirittura superate.
Un esempio emblematico della direzione politica del comune è lo sviluppo dell’aeroporto di Orio: in questi anni di mandato, Gori non ha mai prestato ascolto alle richieste dei comitati, avvallate tra l’altro dai dati sempre più allarmanti riguardo ad inquinamento acustico e dell’aria nella nostra provincia. Insomma, sembra proprio che per il comune di Bergamo sia più importante salvaguardare i profitti di Sacbo (che gli ultimi dati di fine settembre 2017 ci confermano in crescita del 9,6%) piuttosto che la salute della cittadinanza. A questo proposito, conviene ricordare che proprio tra i maggiori azionisti di Sacbo siede il comune di Bergamo, con il 13,84%, insieme a SEA e UBI.
Nonostante il silenzio del comune, però, la popolazione continua a mobilitarsi: ad un anno dalla scorsa manifestazione, domani è prevista una nuova protesta del coordinamento dei comitati aeroportuali di Azzano San Paolo, Bagnatica, Bergamo, Grassobbio, Orio al Serio e Treviolo, che alle 15 partiranno dal sottopasso dell’aeroporto e arriveranno sotto la torre di controllo. Le richieste, inascoltate fin ora, sono lo stop ai voli notturni nella fascia orari 23-6, un tetto al numero dei voli (che aumentano esponenzialmente di anno in anno) e l’avvio della VAS, la valutazione ambientale strategica, una procedura che agisce per valutare gli effetti ambientali del piano di sviluppo dell’aeroporto.
Pubblichiamo qui di seguito le dichiarazioni audio di Mario Carsana, del coordinamento dei comitati aeroportuali, sulle motivazioni della manifestazione che si terrà domani alle 15:00, con ritrovo presso il sottopasso di via Aeroporto.