Il sindaco di Telgate e il malato immaginario

Telgate – E’ notizia di questi giorni che il sindaco Fabrizio Sala abbia firmato un’agguerrita ordinanza anti ebola. Il sindaco dichiara di voler proteggere la salute de telgatesi dall’epidemia, spiegando che in Lombardia “sono transitati o arrivati numerosi cittadini extracomunitari provenienti da paesi africani e asiatici“.

Sarebbe facile etichettare l’ordinanza come razzista, soprattutto perchè viene dallo stesso sindaco che ha innalzato a 325 euro il costo dell’idoneità alloggiativa seguendo il buon esempio del sindaco Luca Serughetti di Bolgare.

Per capire però meglio a quale rischio vanno incontro i cittadini telgatesi bisogna snocciolare un po’ di dati. Si può partire dall’analizzare quali sono i paesi che hanno visto negli ultimi mesi casi di ebola. Ovviamente non si tratta di “paesi africani e asiatici” in toto. In Africa sono stati segnalati contagi in Congo, Guinea, Nigeria, Liberia, Sierra Leone, Lagos, Mali e Senegal.  Dalla lista rimangono quindi esclusi 46 dei 54 stati africani. In Asia invece nessun caso è stato segnalato ad oggi, ma anche se la stampa asiatica avesse taciuto, sicuramente l’ebola non è un problema che riguarda direttamente questo continente.

In Italia, nonostante nel nostro paese vivano circa 5 miioni di immigrati, è stato segnalato un solo caso di contagio. In realtà il contagio non è avvenuto proprio in Italia, ma in Sierra Leone dove il medico di Emergency presta servizio. Nonostante l’allarmismo dei giornali, nessun caso è stato segnalato a Lampedusa, fulcro degli sbarchi di migranti del paese. E’ inutile dire che la Lombardia è stata fino ad oggi immune da quasiasi forma di contagio.

E’ opinione diffusa tra i medici dell’OMS che chiudere le frontiere dei paesi contagiati non servirebbe a nulla, così come non è servito negli anni 80 durante la diffusione del virus dell’Aids. Inoltre, a fronte della conta nulla di morti per ebola in Lombardia, si contano circa 1000 decessi causati da complicanze derivanti dall’influenza stagionale e 350 morti l’anno dovuti all’inquinamento atmosferico. Ma questo non sembra preoccupare molto Sala.

Per essere coerenti, sarebbe poi opportuno obbligare alla stessa profilassi anche i cittadini telgatesi che effettuano viaggi all’estero. Anzi, per sicurezza, sarebbe meglio sottoporre a profilassi chiunque esca dalla contea di Telgate. Metti il caso che qualcuno si avventuri in un saloon nella vicina Grumello del Monte, dove non c’è nessun controllo anti ebola, e proprio lì, dove vige totale anarchia sanitaria, contragga il malefico virus. Cosa farebbe allora lo sceriffo Sala?

Alla luce di questi dati, qualche dubbio sulla matrice razzista dell’ordinanza del sindaco Sala viene spontaneo. Come spesso capita, creare ad arte un nemico sconosciuto che viene da lontano è un buon modo per distrarre da chi porta veramente malessere e malattie nel nostro paese. Da chi nasconde rifiuti tossici sotto la Brebemi a chi sversa cromo esavalente nelle acque della bassa bergamasca. Ma il pericolo è meglio se viene da fuori, e se è nero fa pure più paura.

Nel corteo di sabato scorso del comitato 500 euro a Bergamo, uno striscione recitava un buon consiglio per il sindaco: “Caro sindaco, l’ebola è curabile l’ignoranza no!

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