A Bergamo non c’è posto per la Lega: la città è di re Giorgio

Bergamo- La doppia tornata elettorale porta a Bergamo diverse conferme e alcune sorprese.

Per quanto riguarda le europee, si assiste ad un risultato in netto contrasto con la tendenza regionale e provinciale (che ha visto trionfare la Lega con picchi del 55%), ma in linea con le altre grandi città come Milano e Roma; a Bergamo, infatti, il partito di Salvini si mantiene in una situazione di generale parità col PD, anche se tocca il 45% a Grumello del Piano, il 38% a Colognola e il 36% a Valverde. I democratici, comunque, dal canto loro arrivano al 37% a Monterosso e Loreto e si mantengono in generale sopra il 30%, fatta eccezione per i quartieri di Grumello, Celadina e Boccaleone. In linea con la tendenza nazionale, poi, il tracollo di Forza Italia, che raggiunge un risultato a due cifre solo in centro; proprio in questi quartieri per altro anche Fratelli d’Italia supera l’8%, mentre nelle periferie non va oltre i sette punti percentuali, incrementando comunque il risultato delle scorse europee. Rispetto al risultato nazionale, poi, restano in sordina gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che non hai mai effettivamente sfondato sul suolo bergamasco e anzi cala, aggirandosi in media tra il 6 e il 7 per cento.

 

Nb. i grafici e le tabelle registrano le perferenze dei principali partiti, quindi non tutti i risultati sono riportati ed il totale di ogni quartiere non è del 100%.

La vera sorpresa, però, si registra per le elezioni comunali, in cui al sindaco uscente Gori basta il primo turno per la riconferma: un certo vantaggio era stato previsto anche da un sondaggio del Corriere Bergamo, pochi giorni prima del voto, ma nessuno, nemmeno il sindaco uscente, si aspettava un tale successo. Con un 55% viene scongiurato il rischio di ballottaggio; Stucchi, candidato del centro destra, si ferma al 39%, mentre il Movimento 5 Stelle al 3% e Macario all’1%. In quasi tutti i quartieri Giorgio Gori supera il 50% delle preferenze, eccezion fatta per Colognola, Celadina, Grumello al Piano e Villaggio degli Sposi, dove per altro il centro destra non supera il 45% (i voti restanti si dividono tra Anesa e schede bianche). Rispetto al 2014, insomma, Gori è riuscito a convincere i propri vicini di casa (centro e città alta), ma ha perso una parte del sostegno delle periferie. Le forze di sinistra, inoltre, si sono coalizzate con Gori, invece di riversarsi su Macario: un effetto, forse, del rischio, da più parti agitato come spauracchio, di disperdere il voto e consegnare la città al partito di Salvini.

Diversi fattori alla base di questa vittoria: sicuramente le scelte politiche del primo cittadino, mai veramente sfavorevoli ai ceti più abbienti della città; in aggiunta, una campagna elettorale quantomeno sbiadita da parte di Stucchi, candidato assente dalla città negli ultimi anni e non molto presente nei quartieri, nemmeno nelle ultime settimane (al contrario di Gori con il suo tour elettorale). L’impressione, insomma, è che il centrodestra cittadino non abbia investito molto sul proprio candidato sindaco, non si sa se perché confidava nell’influenza della tendenza nazionale favorevole alla Lega, o se già convinta della vittoria dell’avversario.

Al contrario, se si paragonano i risultati di amministrative ed europee nei quartieri, è evidente che diversi elettori ed elettrici hanno effettuato una scelta disgiunta, preferendo riporre la fiducia nel sindaco Gori per le comunali e nella Lega (o comunque nel centrodestra) per le europee. Appare chiaro che, per la scelta del primo cittadino, è più importante la persona del partito di appartenenza; questo dato potrebbe avere una importanza centrale per il prossimo mandato del sindaco: fondamentale sarà dunque preparare la strada per un’ eventuale successione.

Nb. i grafici e le tabelle registrano le perferenze per i candidati senza contare schede nulle o bianche, quindi il totale di ogni quartiere non è del 100%.

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